Partito d'Azione (1853-1867)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Partito d'Azione
LeaderGiuseppe Mazzini
StatoItalia (bandiera) Italia
SedeGenova
Fondazionemarzo 1853
Dissoluzione1867
IdeologiaMazzinianesimo
Patriottismo
Repubblicanesimo
Unità nazionale
Unità europea
CollocazioneSinistra
Coalizionenessuna
TestataL'Unità Italiana

Il primo Partito d'Azione italiano fu fondato da Giuseppe Mazzini nel 1853 e nutrì le radici politiche, culturali ed ideali del Risorgimento, in particolare del filone democratico, repubblicano, radicale e rivoluzionario, i cui massimi rappresentanti sono stati, oltre a Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Carlo Cattaneo, Carlo Pisacane e Aurelio Saffi.

Tra i suoi obiettivi politici c'erano le elezioni a suffragio universale, la libertà di stampa e di pensiero, la responsabilizzazione dei governi davanti al popolo.

Il nome è stato parzialmente ripreso da Carlo Calenda per il suo partito politico: Azione.[1]

L'annuncio della fondazione del partito fu dato da Mazzini nel marzo del 1853, con la pubblicazione dell'opuscolo "Agli italiani", ove si sosteneva che, nonostante il fallimento del moto milanese del 6 febbraio dello stesso anno, ormai "il fremito d'emancipazione (era) sceso alle moltitudini"[2]; Mazzini esortava pertanto i connazionali a impegnarsi in un'azione ripetuta e continua, per suscitare quella scintilla che avrebbe provocato l'incendio di tutta la penisola e, tramite l'azione delle bande, l'insurrezione popolare. Diversamente alle previsioni del suo fondatore, le prime azioni poste in essere dal movimento democratico ebbero esito fallimentare, quali la spedizione di Sapri (1857), ove perì Carlo Pisacane, il moto di Genova - per il quale Mazzini fu condannato a morte[3] - e i moti livornesi dello stesso anno [4].

In seguito il partito appoggiò le imprese di Garibaldi (1859-1860) ma, in contrapposizione con i moderati, raccolti attorno alla monarchia di Casa Savoia e di Camillo Benso di Cavour, era contrario alla guerra regia, ai plebisciti, alle annessioni e alla piemontesizzazione dell'Italia. Sosteneva invece la necessità di una sollevazione del popolo per conseguire l'Unità, le assemblee sindacali, e il suffragio universale in luogo di quello ristretto e censitario. I mazziniani diedero inoltre vita alle prime organizzazioni del movimento dei lavoratori (associazioni operaie, casse mutue, cooperative, scuole popolari). Nel 1861 si dette inizio alle pubblicazioni dell'organo di stampa ufficiale dei repubblicani italiani: L'Unità Italiana.

Nell'aprile 1866, a Parma, si tenne il primo congresso della Federazione dei Movimenti Democratici Italiani, che fu il nucleo e la base del futuro Partito Repubblicano Italiano[5]. Mazzini non poté parteciparvi essendo in esilio a Londra. In tale consesso, si delinearono tre correnti ideologiche fondamentali, che avrebbero caratterizzato la democrazia italiana negli anni successivi: la destra parlamentaristica e radicale, impersonata da Agostino Bertani; il centro azionista di Giuseppe Mazzini, disposto anche a stringere accordi e ad accettare soluzioni pur di completare l'Unità d'Italia; la sinistra di Maurizio Quadrio, Giuseppe Marcora e Vincenzo Brusco Onnis, contraria a qualsiasi compromesso con la dinastia sabauda e sdegnata verso la politica economica e sociale del nuovo Stato unitario. Sarà la corrente massimalista e irriducibile a prevalere, determinando l'estraneazione dalla vita politica e l'astensionismo elettorale di gran parte del movimento repubblicano[6], sino alla costituzione ufficiale del P.R.I. nel 1895.

Mazzini, peraltro, aveva già trattato con i rappresentanti del governo per la collaborazione dei volontari alla terza guerra di indipendenza e avrebbe successivamente appoggiato l'organizzazione della spedizione garibaldina del 1867 per la conquista di Roma ma, in seguito alla sconfitta di Mentana (1867), deluso per il fallimento delle sue iniziative, preferì sciogliere il Partito d'Azione e si adeguò alle istanze degli intransigenti.

La "destra" di Bertani costituì in Parlamento il gruppo dell'estrema sinistra radicale (1877). Il Partito d'Azione mazziniano sarà fonte d'ispirazione del pensiero politico di Piero Gobetti e Carlo Rosselli, del Partito d'Azione del 1942 (poi confluito per la maggior parte nel Partito Socialista Italiano, in cui molti esponenti si richiameranno all'azionismo) e del Partito Repubblicano Italiano.

Persone legate al Partito d'Azione

[modifica | modifica wikitesto]
Giuseppe Mazzini
Giuseppe Garibaldi
Carlo Cattaneo
Carlo Pisacane
Aurelio Saffi
  1. ^ Questo partito di Carlo Calenda, su Il Post, 12 settembre 2020. URL consultato il 16 giugno 2024.
  2. ^ G. Mazzini, Agli italiani, in G. Mazzini, Scritti politici, a cura di T. Grandi e A. Comba, Torino, Utet, 1972, pp. 748-759, Documenti
  3. ^ Giuseppe Mazzini, su partecipiamo.it. URL consultato il 4 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2014).
  4. ^ I moti livornesi del 1857
  5. ^ Giovanni Spadolini, I Repubblicani dopo l'Unità, Le Monnier, Firenze, 1960, pag. 1
  6. ^ Giovanni Spadolini, cit., pagg. 5-8
  • Giovanni Spadolini, I Repubblicani dopo l'Unità, Le Monnier, Firenze, 1960. BN - 60-3863 (edizione 1980 ISBN 8800855768)
  • Lucio Cecchini, Unitari e federalisti: il pensiero autonomistico repubblicano da Mazzini alla formazione del P.R.I., Bulzoni, Roma, 1974. BN 747920
  • Risposta de' repubblicani a fogli clandestini dei costituzionali, Firenze, 30 maggio 1851. IT\ICCU\CFI\0589524
  • Giovanni Spadolini, L'opposizione laica nell'Italia moderna, 1861-1922. Radicali e repubblicani nell'adolescenza della nazione, Firenze, Cassa di risparmio di Firenze, 1988; Firenze, Le Monnier, 1989.
  • Mario Chini, Lettere di Giuseppe Mazzini a Giuseppe Riccioli Romano, Palermo, 1951, Società siciliana per la storia patria. BN 1852 3311 (sulla cospirazione repubblicana in Sicilia tra il 1864 e il 1872).
  • Nello Rosselli, Mazzini e Bakunin: dodici anni di movimento operaio in Italia (1860-1872), Einaudi, Torino, 1967, ISBN 8806004859
  • Enrico Golfieri, I primordi dell'organizzazione operaia in Italia, Arti Grafiche, Ravenna, 1946. BN 1946 3797
  • Luigi Gualtieri, Mazzini, Roma, democrazia: la Repubblica Romana e la genesi del repubblicanesimo italiano attraverso le pagine della rivista "Nuova Antologia" (1900-1950), 1908
  • Giuseppe Tramarollo, Ideario repubblicano: quindici capitoli sulla storia e le idee del repubblicanesimo italiano, P.A.C.E., Cremona, 1983
  • L'Idealista, I repubblicani e il repubblicanesimo: ricorrendo il 45º anniversario della fondazione del Lucifero, Stab. tipografico cooperativo, Ancona, 1915
  • Paolo Gualdi, Repubblicanesimo e cooperazione a Ravenna: dal patto di fratellanza operaia alla nascita di Acmar 1871-1951, Longo, Ravenna, 2002. ISBN 8880633694
  • Andrea Falco Il repubblicanesimo mazziniano nella lotta per l'unita d'Italia e per la risoluzione del problema sociale, Università di Palermo, 1946.
  • Pietro Galletto Dal repubblicanesimo risorgimentale alla Repubblica italiana del 1946 G. Battagin, San Zenone degli Ezzelini, 2001. BN 2002-9920.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN3479150085877815060006