Lista Comune

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Lista Comune
(AR) القائمة المشتركة
(HE) הַרְשִׁימָה הַמְשׁוּתֶּפֶת
LeaderAyman Odeh
StatoIsraele (bandiera) Israele
SedeNazaret
Fondazione23 gennaio 2015
Dissoluzione15 settembre 2022
PartitoHadash
Balad
Ta'al
Lista Araba Unita (2015-2021)
IdeologiaInteressi degli arabo-israeliani
Soluzione dei due Stati
Correnti interne:
Antisionismo[1]
Non-sionismo[2]
Nazionalismo di sinistra[3]
Nazionalismo arabo[1]
Comunismo[2]
Socialismo[2]
Secolarismo[4]
Islamismo[5]
CollocazioneGrande tenda
Sinistra (dal 2021)
Seggi massimi Knesset
15 / 120
(2020)
Sito webwww.moshtrka.com/ e www.jointlist.org.il

La Lista Comune (in arabo القائمة المشتركة?, al-Qa'imah al-Mushtarakah; in ebraico הַרְשִׁימָה הַמְשׁוּתֶּפֶת?, HaReshima HaMeshutefet) è stata una coalizione politica israeliana formata da partiti che rappresentano gli arabo-israeliani.

La Lista Comune è stata formata nel 2015 in vista delle imminenti elezioni parlamentari, dopo l'innalzamento della soglia si sbarramento dal 2 al 3,25%. Ad essa aderiscono quattro partiti arabo-israeliani con diversi orientamenti politici.[6] Durante la campagna elettorale la lista ha espresso la possibilità di dare il sostegno esterno a un governo di centro-sinistra per evitare un nuovo governo Netanyahu.[7]

Con oltre il 10% dei voti la Lista Comune è risultata la terza forza politica del paese.[8]

Dopo le elezioni la Lista ha escluso la partecipazione a qualunque governo israeliano, giustificando la scelta con l'opposizione all'occupazione dei territori palestinesi, ribandendo la possibilità di sostenere dall'esterno un governo guidato da Herzog.[9] Per concentrare la sua azione sui temi economici, la Lista ha abbandonato i suoi seggi nella Commissione Difesa e Affari Esteri, per aver avere più posti nella Commissione Finanze.[10]

Nel Febbraio 2016, la Lista Comune è stata al centro di uno scontro politico con il capo del governo Netanyahu. Dopo la visita di tre parlamentari alla famiglia di un palestinese ucciso durante un attacco a un autobus, il primo ministro ha chiesto provvedimenti, il parlamento ha approvato una legge che permette la sospensione dei parlamentari con il voto di 90 membri su 120 e, in seguito, ha votato per la sospensione dei tre membri della Knesset.[11]

La Lista Comune si è opposta alla legge che definisce Israele come "stato nazione del popolo ebraico".[12]

L'alleanza è stata rotta alle elezioni parlamentari dell'aprile 2019 in cui sono state presentate due liste, composte rispettivamente da Hadash e Ta'al da una parte e da Balad e Lista Araba Unita dall'altra.[13] Per le elezioni parlamentari del settembre 2019 le quattro forze sono tornate a formare una lista unica eleggendo 13 deputati[14][15]. Per la prima volta nella storia i partiti arabi, tranne Balad, hanno dato indicazione per un primo ministro, indicando Gantz per impedire un nuovo governo di Netanyahu.[16] Le trattative per la formazione di un governo guidato da Gantz sono fallite anche per via del veto posto da Avigdor Lieberman a qualunque forma di partecipazione dei partiti arabi.[17]

Alle elezioni anticipate del 2020 la Lista Comune ha guadagnato voti anche tra l'elettorato ebraico e ha aumentato di due seggi il proprio gruppo parlamentare arrivando a 15[18][19]. Dopo le elezioni la Lista Comune ha tenuto un incontro, senza la partecipazione del partito Balad, con Gantz sull'ipotesi di un sostegno esterno a un governo di minoranza di Blu e Bianco, a patto dell'esclusione di Netanyahu dal governo[20][21]. Successivamente Gantz ha cambiato posizione e ha formato un "governo d'emergenza" con Netanyahu di cui la Lista Comune è all'opposizione[22].

Il 2 luglio Ayman Odeh, leader della lista, ha partecipato alla conferenza stampa congiunta di Al Fatah e Hamas in cui le due organizzazioni palestinesi hanno dichiarato di unire le forze contro il piano di annessione di Netanyahu dei territori della Cisgiordania[23].

I rapporti tra la Lista Araba Unita (Ra'am) e gli altri partiti membri della Lista Comune cominciano ad incrinarsi nella seconda metà del 2020, a causa di divisioni sui diritti LGBT[24] e sul progressivo avvicinamento di Mansour Abbas, leader del partito islamista, al primo ministro Benjamin Netanyahu.[25] Il 28 gennaio 2021, in vista delle elezioni di marzo, la Lista Araba Unita abbandona l'alleanza.[26]

Alle elezioni del marzo 2021, la rottura dell'alleanza tra i quattro partiti porta ad un calo dell'affluenza elettorale nella comunità araba. Contestualmente molti ebrei che avevano votato la Lista Comune tornano a votare partiti di sinistra come Meretz.[27] Di conseguenza la Lista Comune passa da 15 a 6 seggi, con un calo di 5 seggi per i partiti rimasti nell'alleanza, Hadash, Ta'al e Balad. Nel processo di formazione del governo Hadash e Ta'al hanno dato raccomandazione per Yair Lapid mentre Balad non ha dato nessuna indicazione.[28] Sul voto di investitura, Hadash e Balad hanno votato contro il Governo Bennett-Lapid e Ta'al si è astenuta.[29][30]

Il 14 settembre 2022 Hadash, Balad e Ta'al raggiungono un accordo per presentarsi insieme anche alle elezioni del successivo 1º novembre.[31] Il giorno successivo, tuttavia, i tre partiti annunciano la separazione di Balad dalla lista formata da Hadash e Ta'al e lo scioglimento della Lista comune.[32]

Partito Ideologia Leader Periodo Seggi massimi nell'alleanza
Hadash Comunismo
Ecosocialismo
Secolarismo
Ayman Odeh (2015-22) 2015-2019
2019-2022
5 / 120
(2015)
Balad Nazionalismo arabo
Nazionalismo di sinistra
Secolarismo
Jamal Zahalka (2015-19)
Mtanes Shehadeh (2019-21)
Sami Abu Shehadeh (2021-22)
2015-2019
2019-2022
3 / 120
(2015)
Ta'al Nazionalismo arabo
Secolarismo
Ahmad Tibi (2015-22) 2015-2019
2019-2022
3 / 120
(2020)
Lista Araba Unita Islamismo
Conservatorismo sociale
Masud Ghnaim (2015-19)
Mansour Abbas (2019-21)
2015-2019
2019-2021
4 / 120
(2020)

Risultati elettorali

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Anno Voti % ± Seggi ± Note
2015 446.583 10,61 Aumento 1,40 1
13 / 120
Aumento 2 1 1 Rispetto ai risultati di Hadash, Balad e Lista Araba Unita
Aprile 2019 Non partecipa
Settembre 2019 470.611 10,62 Aumento 2,80 2
13 / 120
Aumento 3 2 2 Rispetto ai risultati di Hadash-Ta'al e Balad-Lista Araba Unita
2020 581.507 12,67 Aumento 2,05
15 / 120
Aumento 2
2021 212.583 4,82 Diminuzione 7,85 3
6 / 120
Diminuzione 9 3 3 La Lista Araba Unita si presenta autonomamente
  1. ^ a b Balad
    Ta'al
  2. ^ a b c Hadash
  3. ^ Balad
    Hadash
  4. ^ Balad
    Hadash
    Ta'al
  5. ^ Lista Araba Unita
  6. ^ il manifesto, in il manifesto. URL consultato il 19 settembre 2018.
  7. ^ (EN) As Arab MKs unite, a new political landscape emerges. URL consultato il 19 settembre 2018.
  8. ^ Elezioni in Israele, i risultati definitivi, in Internazionale, 19 marzo 2015. URL consultato il 19 settembre 2018.
  9. ^ Arab Joint List rejects idea of joining Herzog-led government, in The Jerusalem Post | JPost.com. URL consultato il 19 settembre 2018.
  10. ^ (EN) Arab MKs drop bid for Foreign Affairs and Defense Committee. URL consultato il 19 settembre 2018.
  11. ^ ISRAELE. Sospesi tre parlamentari palestinesi, in NenaNews, 9 febbraio 2016. URL consultato il 19 settembre 2018.
  12. ^ ISRAELE. Knesset approva legge Stato-nazione ebraica. La discriminazione ora è ufficiale, in NenaNews, 19 luglio 2018. URL consultato il 19 settembre 2018.
  13. ^ (EN) Israel’s Joint List splits into 2 election alliances, su Middle East Monitor, 22 febbraio 2019. URL consultato il 5 luglio 2019.
  14. ^ ועדת הבחירות המרכזית לכנסת ה-22 | תוצאות ארציות, su votes22.bechirot.gov.il. URL consultato il 21 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2019).
  15. ^ (EN) Israel’s newly-reformed Joint List MKs: ‘We’re going to cause a revolution’, su Middle East Monitor, 21 giugno 2019. URL consultato il 5 luglio 2019.
  16. ^ (EN) Oliver Holmes, Netanyahu narrowly ahead in consultations with all parties, in The Guardian, 23 settembre 2019. URL consultato il 21 novembre 2019.
  17. ^ ISRAELE. Gantz rinuncia, Netanyahu festeggia, su NenaNews, 21 novembre 2019. URL consultato il 21 novembre 2019.
  18. ^ A growing number of Jews are voting for Arabs in Israel, in The Economist. URL consultato il 28 agosto 2020.
  19. ^ Final results show Likud with 36 seats, Netanyahu bloc short of majority with 58, su timesofisrael.com.
  20. ^ (EN) Israel's Gantz woos Joint List after reaching agreement with Lieberman, su Middle East Eye. URL consultato il 28 agosto 2020.
  21. ^ ISRAELE. Al rivale di Netanyahu il compito di formare il governo, su NenaNews, 16 marzo 2020. URL consultato il 28 agosto 2020.
  22. ^ ISRAELE. Gantz sfascia Blu Bianco e sceglie Netanyahu, su NenaNews, 27 marzo 2020. URL consultato il 28 agosto 2020.
  23. ^ (EN) T. O. I. staff, AFP, Right-wing parties seethe as top Arab MK Odeh attends Fatah-Hamas conference, su timesofisrael.com. URL consultato il 28 agosto 2020.
  24. ^ (EN) Joint List may break up due to division on conversion therapy - report, in The Jerusalem Post, 25 luglio 2020. URL consultato il 30 gennaio 2021.
  25. ^ Michele Giorgio, Normalizzazione con gli islamisti, Netanyahu così smantella la Lista araba, in il manifesto, 17 novembre 2020. URL consultato il 30 gennaio 2021.
  26. ^ (EN) Knesset panel approves Joint List’s breakup after talks with Ra’am faction fail, in The Times of Israel, 28 gennaio 2021. URL consultato il 30 gennaio 2021.
  27. ^ (EN) Jack Khoury, Israel Election Results: Arab Parties Take Stock After Failure in Polls, in Haaretz, 26 marzo 2021. URL consultato il 31 marzo 2021.
  28. ^ (EN) Most of Joint List to recommend Lapid get mandate to form government, su timesofisrael.com. URL consultato l'8 novembre 2021.
  29. ^ (EN) T. O. I. staff, Most Joint List MKs to vote against unity government that would oust Netanyahu, su timesofisrael.com. URL consultato l'8 novembre 2021.
  30. ^ (EN) Bennett-Lapid government wins Knesset majority; Netanyahu is out after 12 years, su timesofisrael.com. URL consultato l'8 novembre 2021.
  31. ^ (EN) Jack Khoury, Following Trilateral Agreement, Joint List Announces Election Slate, in Haaretz, 14 settembre 2022. URL consultato il 14 settembre 2022.
  32. ^ (EN) Israel Election: Arab Joint List Splinters as Parties Submit Final Lists, in Haaretz, 15 settembre 2022. URL consultato il 16 settembre 2022.

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Collegamenti esterni

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